Intervista a Sabrina Petrucci. Regione Marche verso un modello “Rifiuti Zero”

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Firmato il Patto per la sostenibilità ambientale delle Marche. Un documento condiviso, redatto da oltre dieci comitati e associazioni. Dodici obiettivi per rivendicare, secondo le norme di legge europee, nazionali e regionali, quello che deve essere il percorso di cambiamento per l’ambiente nella regione Marche, con particolare attenzione a suolo, acqua, aria e al circuito dei rifiuti.

Il contenuto è stato inviato a tutti i candidati alla presidenza della Regione Marche invitandoli a un incontro pubblico con lo scopo di aprire un dialogo costruttivo.

Abbiamo chiesto a Sabrina Petrucci di Marche a Rifiuti Zero di raccontarci come sono arrivati alla definizione di questo Patto e quali sono le prospettive di questo percorso all’insegna della sostenibilità.

Come nasce questo Patto?

“Ci siamo rivolti ai comitati per raccogliere le sensazioni, le problematiche, le questioni sollevate dai singoli cittadini. Lo abbiamo fatto per avere un quadro vero di quello che i cittadini sentono quotidianamente sulla questione rifiuti, discariche, economia circolare e riciclo.

Abbiamo pensato di approfittare di questa occasione delle elezioni per proporre a coloro che saranno eletti e quindi al nuovo Presidente della Regione Marche, ai consiglieri regionali e ai Sindaci, di sottoscrivere questo modello Rifiuti Zero. La costituzione di un osservatorio con i cittadini, che è un luogo d’incontro dove ci si può confrontare prima di fare delle scelte”.

Quali sono le problematiche riscontrate nella gestione dei rifiuti?

“In questi cinque anni, la pianificazione regionale sulla gestione dei rifiuti è stata piuttosto frammentaria e lenta. I piani d’ambito non sono stati approvati e sono state trovate solamente soluzioni temporanee.

Quindi sollecitiamo a procedere speditamente verso l’attività di programmazione che è l’unica che ti consente di monitorare, verificare quello che succede, avere un obiettivo e portarlo avanti, insieme a progetti collaterali che sono molto importanti e che oggi portiamo avanti con le nostre forze. Mi riferisco, ad esempio, a tutta l’attività di formazione, sensibilizzazione e pulizia delle spiagge. Attività che il volontariato ha sempre svolto in materia ambientale e che continua a svolgere, ma che rimane sporadica e lasciata all’iniziativa personale. Il coordinamento delle attività a favore dell’ambiente manca e noi soffriamo questa mancanza”.

Come si può agire concretamente?

“Siamo la seconda regione in Italia per raccolta differenziata (70% circa). Però cosa accade ai materiali dopo essere stati buttati nella spazzatura? Come li ricicliamo? Come li riutilizziamo?

Prendiamo in considerazione l’umido. Nella regione Marche rappresenta una grandissima quantità perché c’è molta attività agricola, ma non abbiamo degli impianti utili per recuperarlo e riproporlo come compost sul territorio. Mi riferisco alle compostiere (piccole per l’Area Vasta) e alle compostiere di comunità. Con una spesa ridottissima, si possono prevedere degli impianti (aerobici o anaerobici). Ci sono molti comuni virtuosi in tal senso. Per fare un esempio, mi viene in mente Castignano, che sta facendo una campagna di promozione delle compostiere.

Oppure possiamo citare i comuni di Cupra Marittima, Grottammare e San Benedetto del Tronto che hanno avviato un progetto Ambiente Bene Comune per la riduzione degli imballaggi, dove i commercianti si impegnano a non mettere in vendita imballaggi inutili e a vendere i prodotti sfusi.

L’industria marchigiana è molto in difficoltà. Avrebbe bisogno di un punto comune di rilancio del dare una seconda vita alle cose e del recuperare questi materiali. Oggi spendiamo molti soldi per smaltirli e non andrebbe fatto”.

Patto di Sostenibilità Ambientale della regione Marche

Abbiamo chiesto a Sabrina Petrucci di descriverci questo Piano, delineandone brevemente i punti salienti:

  1. “Il primo punto da cui partire è la programmazione ed avere il funzionamento degli ambiti territoriali ottimali. Oltre alle attività di raccolta, si devono occupare anche delle attività di riparazione, riuso, riciclo e della collaborazione con le attività industriali per avviare una industria del riciclo.
  2. Dovremmo introdurre dei meccanismi di premialità per i comportamenti virtuosi dei cittadini.
  3. I piani d’ambito della programmazione regionale devono essere allineati con gli indirizzi delle direttive europee.
  4. Bisognerebbe introdurre un divieto assoluto di vendite di materiali monouso nelle feste e sagre proprio perché c’è una direttiva europea contro la diffusione del monouso.
  5. Per quanto concerne il tema dei principi di prossimità ed autosufficienza dell’ATO: è necessario perseguire strategie di piano in grado di chiudere i cicli quanto più possibile in prossimità.
  6. Nella nostra lista c’è poi il compostaggio e la realizzazione di piccole discariche.
  7. Piccole discariche con un ciclo di vita breve in posti che andranno poi velocemente recuperati perché l’obiettivo dell’Unione Europea è che nel 2030 in discarica ci dovrà andare meno del 10% delle risorse. Questo vuol dire che nel 2050 la discarica non dovrà più esistere. Qual materiale che io non posso recuperare, non lo devo produrre. Per questo bisogna investire in ricerca e tecnologia e lavorare con l’industria.
  8. Assicurare la riduzione delle pressioni ambientali e uniformare le concentrazioni degli impianti di smaltimento nei territori, in modo da evitare concentrazioni inopportune attraverso la regolamentazione di una distanza tra discariche esistenti e nuovi impianti.
  9. Monitoraggio costante degli impianti di discarica.
  10. Rappresentazione dei portatori di interessi territoriali attraverso l’istituzione di organismi di controllo e monitoraggio riconosciuti.
  11. Costituzione di osservatori per ambiti territoriali e di un Osservatorio Regionale con la partecipazione e rappresentanza dei portatori di interesse della cittadinanza.
  12. Perseguire in tutto il territorio della Regione Marche, “la ricerca e la tutela del bello”, da intendersi come qualità della vita e del paesaggio. Da intendere sia il bello, sia il buono. Buono da mangiare perché deve essere biologico; bello da vedere perché non inquinato. Protezione ambientale, animale, storica e paesaggistica per mantenere le Marche, la regione a maggior biodiversità d’Italia, quell’eccellenza che viene riscontrata nelle produzioni agricole, nel paesaggio, nel turismo e in tutte le sue manifestazioni.

Cosa ti auguri per il futuro della nostra Regione?

“Mi auguro che la regione Marche si attivi fin da subito per portare avanti numerosi progetti e includere giovani, gruppi di ricerca e università disponibili nel mettere in campo start up pronte a collaborare con le province, con gli ambiti territoriali, con i gestori per bloccare lo smaltimento di questi materiali che possono ancora avere una seconda vita e riuscire ad allungare il ciclo delle cose”.

 

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